Devotismo, l’attrazione sessuale per la disabilità

Disabilità e sessualità sono un binomio culturalmente sanzionato.

Quando si parla di disabili si parla sempre di barriere architettoniche, assistenza medica, e se fino a ieri veniva evitato ogni riferimento alla sessualità negli ultimi tempi il “virale” dibattito circa l’assistenza sessuale è diventato la lente di ingrandimento che ha messo in evidenza l’esistenza di molti fenomeni sommersi tra cui quello del devotismo, ovvero la

capacità di provare interesse o eccitazione sessuale solo al cospetto di persone che hanno deformazioni o amputazioni agli arti o gli ausili come le carrozzine, i gessi, le protesi, etc.

Chi sono i devotee?

devotismo

Sono persone all’apparenza normalissime … in molti casi hanno una loro famiglia, hanno dei figli, una moglie che non presenta nessuna disabilità e che però girano su facebook, su internet, in cerca di una ragazza/o disabile.

Questa ricerca, ha portato alla nascita di forum e siti di incontri come ad esempio ASCOT-world, DisabledPlanet, gesso & stampelle, che consentono ai devotee di conoscere persone disabili sessualmente disponibili. Conoscenza questa che, nelle forme più patologiche, può scadere nello stalking.

 

Prevenire l'abuso: strategie di tutele e servizi

Questo fenomeno rimarca ancora una volta come sia importante, soprattutto in un momento storico in cui si fa spazio l’assistenza sessuale, strutturare strategie di tutela da persone che come i devotee, possano approfittare della situazione di debolezza fisica o di eventuale fragilità psicologica della persona con disabilità fisica, svolgendo attività di volontariato o di lavoro dove il contatto con persone disabili è assicurato, per esempio, come protesisti, tecnici ortopedici e, eventualmente, come personali assistenti di cura, per sedare le loro ossessioni.

Conseguentemente per prevenire l’abuso e le sue conseguenze, è importante creare servizi che diano contemporaneamente informazioni di educazione sessuale alle persone disabili, ai loro familiari e agli operatori stessi.

 

dott.ssa Anna Carderi

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