Alcuni ricercatori dell'Università di Padova hanno da poco pubblicato i risultati di una ricerca (a dir la verità un po’ imbarazzante) secondo i quali le dimensioni dell'organo genitale maschile si stanno riducendo e in particolare la lunghezza del pene, stimata a riposo, è diminuita mediamente di quasi un centimetro, negli ultimi sessant'anni.
Da 9,7 centimetri a 8,9, la lunghezza del pene media rilevata in oltre 2000 diciottenni dall'équipe del patologo Carlo Foresta dell'Università di Padova, responsabile del Centro regionale di crioconservazione dei gameti. Quindi ci sarebbe stata una riduzione delle dimensioni del pene di circa il 10% in sessant'anni e che dal 2001 ad oggi ci sia stata un'ulteriore riduzione dell'1%.
Le cause della diminuzione della lunghezza del pene
Dallo studio emerge che l'obesità sia correlata a una lunghezza del pene minore.L'obesità adolescenziale avrebbe effetti sugli androgeni testicolari, che regolano lo sviluppo del pene, e la maggior parte dei soggetti obesi sarebbero, per tale motivo, in possesso di un organo genitale ridotto rispetto alla media.
Secondo i ricercatori un’altra causa della diminuzione della lunghezza del pene sarebbe imputabile al sempre maggiore inquinamento dell'ambiente che avrebbe provocato dei mutamenti dell'apparato sessuale maschile.
Le alte concentrazioni di sostanze chimiche inquinanti (idrocarburi poliaromatici come PCBs, HCB, DDT ecc) interferiscono con il funzionamento delle ghiandole che producono gli ormoni sessuali. Tutte queste sostanze tossiche agirebbero già durante la gravidanza, con la possibilità di provocare disturbi dell'apparato riproduttivo del feto. Questi agenti inquinanti, infatti, sono presenti già nello sviluppo embrionale e vanno ad interferire sullo sviluppo e sulla funzione dei testicoli, determinando le dimensioni del pene nei primi quattro mesi di vita embrionale, entro i primi quattro anni di vita e durante l’adolescenza.
Modificazioni dell’aspetto maschile
Ma c’è di più! Il responsabile del convegno, il prof. Foresta ha dichiarato che l'inquinamento non influisce solo sulla lunghezza del pene:
Diossine pesticidi, metalli pesanti, additivi di pasticche, vernici e detergenti possono agire in due modi: riducendo l'attività degli ormoni maschili androgeni o momando l'attività degli estrogeni femminili.
Un alterato equilibrio ormonale, - continua Foresta - dovuto a una ridotta attività degli androgeni, determina non solo una riduzione della lunghezza del pene, ma anche modificazioni morfologiche del corpo maschile. L’armonia e le proporzioni del corpo, infatti, sono determinate dagli ormoni. I giovani del terzo millennio, non sono avranno una minore lunghezza del pene, ma diventano più alti perché hanno le gambe sempre più lunghe. Questo è un altro effetto dello squilibrio ormonale da inquinamento.
E' stato, inoltre, messo in evidenza come anche la lunghezza delle gambe oggi sia mutata nel tempo: oggi le gambe dei ragazzi sarebbero più lunghe con una struttura corporea molto diversa se confrontata con gli antenati.
Praticamente, i ragazzi di oggi stanno assumendo una struttura fisica molto diversa da quella che avevano cento anni fa assimilandola sempre più a quella della donna.
Come sarà l’uomo del futuro?
Alcuni teorici ipotizzano che l'uomo futuro possa avere un micro-pene o comunque che nel tempo la tendenza sia l'androgina.
Come spiega il prof. Foresta:
Un pene con qualche millimetro in meno non è un fatto preoccupante di per sè: il nostro non è un allarme sulla capacità sessuale dei giovani oggi. Quello che preoccupa è la proiezione nel tempo di questo fenomeno, che annuncia una tendenza all’androginia.