Lo stress può mandare in tilt l'erezione

L'erezione scaturisce dall'attivazione di un meccanismo fisiologico che può essere però mandato in tilt dallo stress, a tutte le età. Come la donna, anche l'uomo, a prescindere dall’età, dal livello di forma fisica e dalla qualità della relazione, sperimenta sempre più spesso un precoce calo del desiderio e problemi di erezione. Preoccupazioni per il lavoro, per le finanze, per i figli, vita disordinata e frenetica, sono alcune delle fonti di stress ed inquietudine che, oltre ad ostacolano l'energia e la serenità personale, possono veramente minare la vita sessuale e compromettere l'erezione, con tutto quel che ne consegue in termini di sicurezza di sé, buon umore e autostima. Vediamo come lo stress può diventare il nemico n 1 dell'erezione.

Come avviene l'erezione del pene

L'erezione peniena è, il susseguirsi di fenomeni che richiede l'interazione di fattori psicologici, neurologici, ormonali e vascolari. Il meccanismo dell’erezione è legato alla particolare vascolarizzazione del pene ed è regolato dal flusso del sangue nei corpi cavernosi (i due cilindri dilatabili che si trovano all’interno del pene). In condizioni di flaccidità il sangue affluisce al pene attraverso le arterie e defluisce, in pari misura, attraverso le vene. Nell’erezione questa situazione di equilibrio viene alterata mediante un aumento dell’afflusso di sangue al pene e una contemporanea riduzione del deflusso venoso. È una sorta di meccanismo elettroidraulico: in seguito ad una stimolazione erogena (visiva, tattile, o anche immaginaria) vengono attivate alcune aree cerebrali, che attraverso fibre nervose del midollo spinale stimolano le strutture vascolari del pene. Il risultato è una vasodilatazione con iperafflusso di sangue al pene e conseguente ingrossamento e stato di rigidità, che viene mantenuto fino al momento dell’eiaculazione.   L’erezione avviene sotto il controllo del sistia nervoso centrale e più in particolare dei sistii simpatico e parasimpatico. L’erezione è possibile solo quando le arterie cavernose e il muscolo liscio cavernoso si rilassano, sotto il controllo dei fattori locali e del sistia nervoso centrale. Il rilassamento muscolare cavernoso che consente al sangue di affluire ai corpi cavernosi irrigidendo l’asta del pene dipende dal sistia nervoso parasimpatico. Il sistia simpatico svolge un’azione costrittrice e quindi anti-erettile, e lo stress agisce direttamente sul tono del sistia inibitore. L’ansia generata da precedenti défaillances può quindi alimentare i disturbi erettili. Intrappolato in un circolo vizioso, l’uomo non può che “fare fiasco”: “ce la farò la prossima volta?” Gli inviti a rilassarsi da parte della partner avranno allora come conseguenza l’ulteriore aumento dello stress, confermando che la situazione sta prendendo una brutta piega. La reazione della partner alla prima défaillance è fondamentale: un comportamento aggressivo o un commento assassino sono talvolta sufficienti a generare e mantenere un futuro stress cronico, come hanno ampiamente dimostrato molti studi diversi. Da che cosa dipende l'erezione? E’ il risultato finale del rilassamento della muscolatura liscia dei corpi cavernosi, in risposta a un riflesso spinale che può essere attivato dalla stimolazione delle terminazioni sensitive del pene, ma anche da stimoli tattili, visivi, olfattivi, uditivi e gustativi, nonché dall’immaginazione. Il riflesso coinvolge vie efferenti autonomiche e somatiche, ed è modulato da influssi sovraspinali, per l’attivazione di centri e vie del sistema nervoso centrale.              

La virilità dipende da un meccanismo semplice e perfetto, che può essere però mandato in tilt dallo stress, a tutte le età. Capita a tutti, prima o poi, e può succedere in più occasioni.Nei più giovani, di solito, il problema è occasionale o transitorio e in molti casi legato a situazioni di particolare stanchezza e stress. Ma non deve essere trascurato. La prima volta, magari anche la seconda, la reazione più sana è quella di ignorare la questione, non darle peso perché, diversamente, si corre il rischio di incappare nel cosiddetto spectactoring: «Un paio di episodi di disfunzione erettile – spiega Alberto Caputo, sessuologo e psicoterapeuta – sono comuni alla maggior parte degli uomini, ma possono ripetersi se la paura dell’insuccesso, che provoca l’aumento di adrenalina, prende il sopravvento facendoci diventare spettatori e controllori delle nostre prestazioni sessuali». Nell’uomo le prime malcelate defaillance sotto le lenzuola rischiano, infatti, di innescare un circolo vizioso negativo sul piano psicologico, che si traduce ben presto in ansia da prestazione e timore del giudizio della compagna. Due elementi che aggravano ulteriormente la situazione rischiando di trasformare un inconveniente passeggero di poco conto in una disfunzione sessuale persistente. La donna, dal canto suo, può accumulare stress a causa dell’incapacità di affrontare apertamente il problema con il compagno e di aiutarlo a trovare una soluzione. Nel dubbio su che cosa fare o credendo di non essere più desiderata inizierà ad avvicinarsi alla sessualità meno serena, traendone minor piacere e cercando di diradare i momenti d’intimità, ormai vissuti con disagio. Risultato: “lui” si sentirà sempre più inadeguato. È indispensabile intervenire. Reazione accoppiata Per recuperare una sessualità armoniosa è, innanzitutto, fondamentale capire che il problema della disfunzione erettile non è soltanto dell’uomo, ma della coppia, e la soluzione va individuata in due. Di solito, il più restio a interiorizzare questo concetto è proprio “lui” e la compagna dovrà cercare di essere molto sensibile e paziente per convincerlo che non è così. Se alla base del disturbo non ci sono malattie specifiche o altri problemi di salute, ma si tratta effettivamente soltanto un eccesso di stress, condividere le difficoltà che si stanno vivendo è il modo migliore per allentare la tensione, comprendere meglio le attese e i bisogni dell’altro e porsi nelle condizioni ideali per iniziare un “riavvicinamento”. Senza esagerare. Ossia senza dedicare troppo tempo e troppa energia a discutere dell’argomento, altrimenti si rischia di togliere ogni poesia e ottenere l’effetto contrario. Il passo successivo consiste nel cercare di fare insieme cose gradevoli che divertano e rilassino entrambi: una cena fuori, una serata con gli amici, il week end al mare, lo shopping, un giro in bici in mezzo alla natura. Dedicate più tempo soltanto a voi e alla vostra voglia di stare insieme. Per finire, seguite uno stile di vita sano: mangiate cibi nutrienti, ma leggeri; muovetevi un po’ ogni giorno; soprattutto, evitate fumo e alcolici: i loro effetti deleteri sulla sessualità maschile e sul benessere di entrambi sono dimostrati e tutt’altro che trascurabili. Giovani e ansiosi Ma è vero che alla base di un disturbo erettivo c’è lo stress? «È vero soprattutto tra i giovani – continua Caputo. Fino ai 50 anni, infatti, le cause organiche che possono provocare un deficit erettivo sono meno probabili. L’ansia, invece, da prestazione o cronica, è nemica della sessualità anche a 20 anni. Non basta prendersi una vacanza per risolvere il problema perché se lo stress è cronico si sconta anche sulle spiagge più belle del mondo. Non solo, può addirittura aumentare: una vacanza di coppia crea molte aspettative e una relazione erotica non all’altezza può scatenare ulteriori motivi di stress». Come affrontare la situazione? «Occorre individuare la causa, magari provando a rispondere alle domande del DIQ (Diagnostic Impotence Questionnaire) reperibile in rete e che stabilisce l’ipotetica prevalenza psicologica del disturbo». Inoltre, è bene sapere che se la disfunzione erettile non si verifica con l’autoerotismo e se sono presenti le fisiologiche erezioni notturne e mattutine la probabile causa è proprio l’ansia e lo stress da prestazione. Soluzioni discrete In questo caso le soluzioni ci sono. Le “pilloline dell’amore”, sempre più discrete nel packaging, hanno più o meno tutte lo stesso effetto: aumentano il flusso sanguigno che permette al pene di inturgidirsi e mantenere l’erezione per un certo periodo di tempo. La disfunzione erettile colpisce, dicono le statistiche, fino al 15% della popolazione maschile e, nel 50% dei casi, ha un’origine organica. Affinché si produca una valida erezione devono funzionare in sintonia i sistemi vascolare, endocrino e neurologico. Quindi, se il problema non passa – cioè dopo un paio di settimane di tentativi, in compagnia o in solitudine – meglio rivolgersi a un medico per escludere importanti patologie correlate, da trattare il prima possibile, come per esempio diabete, ipertensione, aterosclerosi.     EREZIONE E STRESS (EREZIONE AMICI E NEMICI) Dalle preoccupazioni professionali a quelle finanziarie, le fonti di inquietudine non mancano mai. Stress: cosa fare per tenerlo fuori dal letto. Calo del desiderio e della frequenza dei rapporti, disturbi dell’erezione… lo stress può veramente minare la vita sessuale. In una grande parte dei disturbi dell’erezione frequenti od occasionali, l’origine è psicogena o mista. Ma chi sono le vittime dello stress che troppo spesso soffrono in silenzio? Un recente studio (Pfizer) ci aiuta a relativizzare l’immagine del giovane dirigente rampante campione dello stress. Il ritratto-robot dello stressato di natura appare oggi più sfumato: più di due uomini su cinque soffrono di stress. Il profilo tipo del candidato ideale è un uomo di età compresa tra 35 e 49 anni, padre di famiglia, con responsabilità importanti nel suo lavoro e la necessità di un’attività intellettuale sostenuta tra le principali cause di stress identificate da questi uomini compaiono in ordine di importanza i problii al lavoro, le preoccupazioni per la salute e quelle economiche. Al contrario, la vecchiaia, l’inattività o l’assenza di figli sibrano essere le migliori garanzie per diventare autentici maestri zen… Riguardo alla cattiva influenza dello stress, gli uomini ammettono un’alterazione del morale, dello stato fisico e del sonno. Tuttavia, le notti insonni non vengono messe a profitto dell’amore, perché anche la sessualità è vittima di queste tensioni. Quasi un quarto degli uomini intervistati confessa che lo stress ha un’influenza nefasta sulla sessualità: nell’86% dei casi provoca una riduzione della frequenza dei rapporti o un calo del desiderio, nel 29% dei casi può essere all’origine di veri e propri disturbi dell’erezione che sono indipendenti dall’età ma variano fortiente tra gli individui in funzione del modo di gestire lo stress. Il grado di fragilità psicologica va di pari passo con l’importanza dei disturbi. E infine, quasi 9 uomini su 10 pensano che avere una relazione sessuale regolare e soddisfacente aiuti a sentirsi meno stressati.

L’erezione avviene sotto il controllo del sistia nervoso centrale e più in particolare dei sistii simpatico e parasimpatico. L’erezione è possibile solo quando le arterie cavernose e il muscolo liscio cavernoso si rilassano, sotto il controllo dei fattori locali e del sistia nervoso centrale. Il rilassamento muscolare cavernoso che consente al sangue di affluire ai corpi cavernosi irrigidendo l’asta del pene dipende dal sistia nervoso parasimpatico. Il sistia simpatico svolge un’azione costrittrice e quindi anti-erettile, e lo stress agisce direttamente sul tono del sistia inibitore. L’ansia generata da precedenti défaillances può quindi alimentare i disturbi erettili. Intrappolato in un circolo vizioso, l’uomo non può che “fare fiasco”: “ce la farò la prossima volta?” Gli inviti a rilassarsi da parte della partner avranno allora come conseguenza l’ulteriore aumento dello stress, confermando che la situazione sta prendendo una brutta piega. La reazione della partner alla prima défaillance è fondamentale: un comportamento aggressivo o un commento assassino sono talvolta sufficienti a generare e mantenere un futuro stress cronico, come hanno ampiamente dimostrato molti studi diversi.

Insomma, tra stress ed erezioni a rischio, cosa viene prima? Secondo le vittime di questi disturbi, l’incapacità di ottenere un’erezione soddisfacente è la colpevole dello stress, mentre per le loro compagne è lo stress a provocare queste piccole défaillances. Altra differenza di percezione nelle coppie, le donne tendono a sottostimare l’influenza negativa dello stress nella loro vita sessuale, mentre il 37% degli uomini stressati pensa che lo stress deteriori la sessualità, un pensiero condiviso solo dal 23% delle loro partner. Sfortunatamente, questi malintesi tendono a mantenere o a testimoniare una cattiva comunicazione all’interno della coppia: privati del sostegno della partner, gli uomini soffrono in silenzio. Infatti il non-detto vince, solo il 14% degli uomini che dichiara di avere problii sessuali è andato a farsi visitare da un medico. Il sesso nel cervello Il rapporto tra cervello ed eccitazione sessuale è stato oggetto di pochi studi ma oggi, grazie al lavoro dei ricercatori, le zone implicate nei processi dell’eccitazione sessuale escono dall’ombra. L’attivazione di una regione del cervello si accompagna all’aumento del flusso sanguigno; questo processo è oggi visualizzabile grazie a una particolare procedura chiamata Tomografia a iissione di Positroni (TEP), un progresso strabiliante rispetto ai tracciati encefalografici di 10 o 15 anni fa. Un nuovo studio (Dr. Rédoute, Università di Lione) ha esaminato le reazioni gli stimoli visivi di 9 uomini eterossuali, di età compresa tra 21 e 39 anni. Ai partecipanti sono stati proiettati in successione sei filmati muti di 3 minuti, che variavano da piccole clip simili a un documentario o umoristiche, a immagini fiminili molto suggestive, fino alla proiezione finale di atti sessuali veri e propri. La registrazione dell’attività cerebrale si aggiungeva ad altre misure complientari – polso, tensione arteriosa, grado di erezione. Alla fine del test, i partecipanti prendevano nota del loro livello di eccitazione in risposta a ciascun video, su una scala da 1 (molto debole) a 9 (molto intenso). Le zone più reattive del cervello sono state quelle relativamente profonde e centrali. La risposta agli stimoli visivi sessuali si è svolta in correlazione al grado di eccitazione sessuale percepito e ad altri indicatori. Se le funzioni degli ultimi due (putamen e corteccia cingolare anteriore) erano già note in parte, il claustrum è un’area cerebrale relativamente misteriosa. Fino a oggi… Quando si attiva il claustrum, l’uomo si eccita? Sarebbe troppo facile non tener conto della complessità del cervello umano e dei suoi miliardi di neuroni interconnessi tra di loro. Altre zone hanno risposto alla chiamata, certo in modo meno specifico e meno intenso, ma di certo il claustrum non agisce da solo. Quanto alle regioni “disattivate” dagli stimoli sessuali, esse si troverebbero soprattutto nei lobi tiporali, più superficialmente, a livello della corteccia. Gli uomini sono mammiferi complessi, l’eccitazione sessuale non è unicamente legata a stimoli sensoriali e non conduce per forza all’atto senza l’intervento del pensiero e delle iozioni. Quanto ai fondamenti dell’eccitazione sessuale nella donna, c’è ancora molto da fare, e sarà senza dubbio molto, molto più complicato… In casi come questi il medico propone un trattamento farmacologico eventualmente associato a una terapia psicologica. Talvolta, il siplice fatto di parlarne al medico può restituire fiducia all’uomo. Da alcuni anni, le cure mediche hanno dimostrato tutta la loro efficacia. Oltre alle iniezioni intracavernose, i farmaci induttori dell’erezione consentono ogni giorno a migliaia di uomini di sorridere di nuovo, con una percentuale di successo impressionante. Oggi stanno per arrivare sul mercato nuovi composti altrettanto promettenti. Sono buone notizie, quelle che devono spingervi a rompere il muro del silenzio. Risolvete i problii, parlatene al vostro medico!

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