Eiaculazione precoce diagnosi

Premessa

Il problema dell’ eiaculazione precoce è un disagio molto diffuso fra gli uomini. Molti però non ne parlano e non lo affrontano credendo che sia irrisolvibile. Non è così! Se il disturbo viene diagnosticato adeguatamente e si identificano le cause scatenanti l’eiaculazione precoce, nella maggior parte dei casi il rimedio c’è e l’eiaculazione precoce può essere superata serenamente.

In questo post analizziamo il primo passo: le strategie diagnostiche per identificare il problema.

 

Diagnosticare l' Eiaculazione Precoce

È doveroso sottolineare che il tempo che intercorre tra la penetrazione e l’emissione dello sperma, non basta a stabilire se l’uomo è affetto da eiaculazione precoce. Dare una definizione di eiaculazione precoce e farne una diagnosi precisa, non è così scontato e sarebbe banale ridurlo soltanto ad una questione di durata.

Lo specialista deve considerare più fattori: psicologici, organici, fisici e sessuali che spesso si sostengono e si rafforzano a vicenda, causando un evidente mancato controllo eiaculatorio. La diagnosi, inoltre, deve essere mirata alla tipologia di eiaculazione precoce. In particolare è fondamentale che si distingua fra eiaculazione precoce primaria e eiaculazione precoce secondaria, in quanto il disconoscimento della prima forma può portare ad accertamenti diagnostici inutili o alla mancata prescrizione degli stessi quando invece sarebbero opportuni, e, cosa più grave, a prescrizioni terapeutiche errate.

Nel caso dell’eiaculazione precoce primaria, infatti, il problema sarà di natura genetica e l’unica cosa che il paziente potrà fare sarà tentare di avere una maggior padronanza del proprio corpo, ritardando il più possibile l’eiaculazione.

Nel caso dell’eiaculazione precoce secondaria, invece, sarà importante riconoscerne la natura attraverso delle analisi specifiche (ad esempio test colturale del liquido seminale, esame urologico ed andrologico, tampone uretrale post-massaggio prostatico): dai risultati si potrà capire, ad esempio, se il paziente soffre di EP dovuta a frenulo corto, ad una prostatite, ad una flogosi genitale, ad un disturbo erettile, ecc.

E’ ovvio che, se la precocità eiaculatorio fosse il sintomo di una di queste patologie, la terapia sarà rivolta alla cura della patologia stessa.  Se le analisi, invece, dovessero escludere la presenza di una causa organica, il lavoro diagnostico si dovrà spostare su un approccio psicologico. Spesso, la precocità eiaculatoria nasce proprio nella psiche, indipendentemente dalla presenza o meno di disturbi fisici: l’ansia, lo stress, e la depressione, nonché l'uso smodato di farmaci, rappresentano fattori che concorrono alla precocità eiaculatoria.

 

Conclusione

Concludendo, la diagnosi di eiaculazione precoce non deve essere “superficiale ed apparente” e non deve affidarsi soltanto alle lamentele del soggetto. E’ indispensabile che lo specialista vada a fondo attraverso un approccio multidisciplinare, fisico e psicologico, affinché si giunga ad una diagnosi certa e si possa adottare la terapia più adatta al paziente.

 

 

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