Sugli Integratori Alimentari è stato detto di tutto: che fanno bene, che fanno male, che servono, che non servono, insomma, su questo argomento consumatori, medici e operatori del settore, hanno espresso le proprie opinioni. Essendoci chi è a favore e chi è contro, si è creata una grande confusione nel consumatore finale.
La verità però è molto diversa e riteniamo doveroso fare delle precisazioni
- Intanto un numero immenso di studi dimostra l’utilità preventiva e terapeutica di sostanze nutrizionali e di fitoterapici. Inoltre viene stimato che oltre il 90% delle persone, presenti una o più deficienze nutrizionali non cosi gravi da far insorgere una patologia acuta, ma sufficienti ad alterare nel tempo il metabolismo e ad aumentare il rischio di malattie croniche. Spesso mancano, è vero, grandi studi randomizzati, simili a quelli usati per valutare i farmaci. Ma questo tipo di studio è disegnato per valutare l’effetto di un farmaco su una singola patologia e si adatta male a comprendere i molteplici effetti dei nutrienti sulla salute. Inoltre gli studi randomizzati non hanno in genere durata sufficiente a valutare gli effetti di sostanze naturali che agiscono con tempistiche più lunghe rispetto ai farmaci.
- Alcuni sostenitori della non efficacia degli integratori alimentari, cercano di dimostrarlo adducendo che gli integratori, non avendo effetti collaterali importanti sono per questo scarsamente efficaci. Va precisato, però, che in alcuni casi la differenza tra integratore e farmaco è data soltanto dal dosaggio. La vitamina C, per esempio, è considerata integratore fino a 180 milligrammi al giorno, mentre, a dosaggi superiori, è considerata un farmaco da banco. Gli effetti collaterali in un integratore sono minori o assenti perché essendo molecole naturali e non sintetiche non solo sono sopportate meglio dal nostro organismo, ma sono anche assorbite in percentuale maggiore per cui il dosaggio delle stesse all’ interno di un integratore può essere davvero minimo.
- Erroneamente alcuni sostengono che il farmaco sia sempre garanzia di guarigione. Ha avuto il coraggio di dichiararlo perfino Roses, un alto dirigente della Glaxo, cioè che i farmaci “Non vanno bene per tutti”. E l’affermazione viene proprio da una persona che i farmaci li produce, li commercializza traendone elevatissimi vantaggi economici, propagandarli scientificamente come le migliori armi in nostro possesso per la cura degli ammalati. Gli fa eco, con ancor meno pudore, il direttore medico della Glaxo italiana: “Se i farmaci funzionassero al 100% per tutti i malati, potremmo chiudere i nostri laboratori perché non ci sarebbe più bisogno della ricerca”.
A questo punto due domande possono sorgere spontaneamente.
Come è possibile che uno studioso affermi e dimostri che una certa sostanza produce degli effetti benèfici per un determinato scopo e poi un altro studioso affermi e dimostri l'esatto contrario?
E come mai alcuni consumatori hanno riscontrato effetti positivi dall’assunzione di un certo integratore ed altri no?
Rispetto al primo quesito la risposta è molto semplice: dietro al mondo dell'alimentazione-integrazione-prevenzione-salute ci sono molti interessi e certamente coloro che li vedono minacciati, cioè le multinazionali del farmaco, fanno di tutto per ostacolare la diffusione degli integratori alimentari e di una cultura alternativa della cura della salute e del benessere.
Per rispondere al secondo quesito, vogliamo entrare un po’ più nel dettaglio, con considerazioni e confronti che possano essere il più possibile esaustivi e chiarificatori.
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Integratori e farmaci nel corpo
Ogni integratore alimentare, come ogni farmaco, dopo l’assunzione, ha un certo percorso nel nostro organismo. Viene assorbito, metabolizzato, svolge la sua azione terapeutica e infine viene eliminato attraverso reni, fegato o entrambi.
L'effetto complessivo di un integratore alimentare o di un farmaco non dipende solo dai principi che contiene, ma anche dal tipo di obiettivo desiderato, dalla causa del problema e da altri fattori strettamente personal: età, sesso, stato di salute, peso, tipo e grado di disturbo.
Se ad esempio, consideriamo il peso, pensiamo che i bambini prendono dosi più piccole di un integratore o di un farmaco perché oltre a pesare di meno e quindi ad avere una minore quantità di cellule complessive del corpo, hanno un corpo che funziona in parte in modo diverso. Rispetto all’età, la capacità totale di metabolizzare il farmaco si raggiunge a 20 anni: dopo di che inizia a diminuire, tanto più marcatamente quanto più l'età sale.
Reazioni diverse allo stesso farmaco o integratore alimentare
Recenti ricerche hanno dimostrato che la diversità nel metabolismo dei farmaci o degli integratori alimentari costituisce la regola e non l'eccezione. Questo rappresenta il principale motivo per cui persone diverse con lo stesso problema/deficit possono reagire in modo diverso allo stesso farmaco o allo stesso integratore. Del resto il fatto è facilmente comprensibile considerato che ogni persona ha un proprio Dna, una variante individuale della stessa macchina chimica in grado di condizionare peso, colore degli occhi e statura ma anche di codificare diversamente la risposta individuale ai farmaci.
Le variazioni del Dna possono agire in più modi, per esempio condizionando il modo in cui il farmaco o integratore è assorbito e metabolizzato, la velocità con cui entra nelle cellule o la struttura chimica delle serrature chimiche alle quali si lega per ottenere i suoi effetti. Con tutte queste variazioni ci si potrebbe persino sorprendere che due qualsiasi persone possano prendere una compressa qualsiasi per il mal di testa con lo stesso risultato.
La somministrazione
Il momento della somministrazione del farmaco o dell’integratore ne condiziona l'efficacia. Per esempio, per alcuni farmaci sono più utili dosi assunte al mattino, per altri la sera, a stomaco vuoto o subito dopo i pasti.Il cibo può influenzare in tanti modi l’efficacia dei farmaci e degli integratori che assumiamo e le interazioni fra farmaci o integratori e alimenti sono numerose e di diverso tipo.
Chi assume gli integratori alimentari, può verificarne e apprezzarne i benefici. Certo devono essere usati nel modo giusto, altrimenti le benefiche proprietà che hanno potrebbero essere vanificate in tutto o in parte. Proprio per le loro caratteristiche di essere dei nutrienti e quindi sostanze assolutamente naturali gli integratori danno si grandi risultati, ma a patto che il loro utilizzo sia corretto, mirato e soprattutto continuativo, almeno fino a che non si sono raggiunti i risultati desiderati.
Ricordiamo che gli integratori naturali, contengono principi attivi con un’azione più lenta di quella ottenibile tramite i farmaci di sintesi (questo è dovuto anche ad una minore concentrazione di tali sostanze attive); quindi per verificarne i benefici occorrono diversi giorni di latenza; ciò per consentire all’organismo di accumulare tali principi.
Interazione con altri farmaci o integratori assunti
I farmaci e gli integratori alimentari interagiscono tra loro nel corpo umano, talvolta anche in modo imprevedibile e con risultati sorprendenti. Da queste interazioni può risultare un'attenuazione o un'esaltazione dell'effetto. Le interazioni dipendono dal fatto che molti farmaci di largo uso utilizzano le stesse vie metaboliche, agiscono cioè sulle stesse reazioni chimiche così che uno interferisce con l'altro, per esempio prolungandone e intensificandone gli effetti oppure smorzandoli.
L’adesione alla cura
Il successo di una terapia non dipende solo dal fatto che il medico abbia prescritto il farmaco giusto o che abbia scelto il giusto integratore alimentare. È decisivo il fatto che chi assume un certo farmaco o un certo integratore alimentare, aderisca alla cura ovvero che segua fino in fondo le indicazioni fornitegli. La mancata adesione alla cura prescritta - una variabile che in lingua inglese è nota come compliance - rappresenta uno degli errori più comuni commessi da chi assume un prodotto e anche una delle più frequenti ragioni di apparente insuccesso di una terapia (per esempio prendendo due pillole anziché quattro o sospendendo il trattamento di propria iniziativa). L'adesione alla cura rappresenta una conditio sine qua non affinché i farmaci o gli integratori ottengano il risultato sperato.
Lo scetticismo influenza l'efficacia dei farmaci
L'assuefazione a un farmaco o ad un integratore alimentare potrebbe essere spiegata in parte in base a motivi puramente psicologici. Lo sostiene una ricerca della Oxford University pubblicata su Science Translational Medicine che ha voluto indagare gli effetti terapeutici dei farmaci su un gruppo di pazienti, verificando l'incidenza che i vari stati d'animo producevano sull'azione di antidolorifici. Gli scienziati sono convinti che lo scetticismo di pazienti con patologie croniche produce effetti negativi sull'efficacia del farmaco, una sorta di effetto placebo al contrario.
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