Prostatite acuta e cronica: classificazione

La prostatite acuta  è la più comune malattia genito-urinaria nella fascia di età tra i 18 e 50 anni; almeno il 50% degli uomini ha un episodio di prostatite nel corso della vita; una buona percentuale di prostatite acuta si cronicizza.

 

Impatto della prostatite sulla qualità della vita

ProstatiteLa prostatite è una patologia che influisce negativamente sulla qualità della vita, il paziente è afflitto dolori, a volte lancinanti, che ne compromettono le attività lavorative e di relazione. Studi recenti dimostrano che la qualità della vita è simile a quella dei pazienti con infarto miocardico recente o con morbo di Crohn in fase attiva.

I pazienti affetti da prostatite possono inoltre andare incontro a disfunzione erettile, diminuzione della libido, depressione e non ultimo infertilità.

Anche l'impatto economico è molto elevato  considerato le giornate di malattia di un paziente affetto da prostatite cronica e il costo delle analisi diagnostiche per la sua diagnosi. Tutto ciò richiede un aumento dell’attenzione della classe medica verso questa patologia che viene molto spesso sottovalutata.

 

Classificazione delle prostatiti

CLASSIFICAZIONE NIH-NIDDK:

  • Acuta batterica
  • Cronica batterica
  • Cronica abatterica
  • Sindrome dolorosa pelvica cronica
  • Infiammatoria asintomatica

Nelle prostatiti batteriche i patogeni più frequentemente associati sono: Escherichia Coli, Klebsiella spp., Proteus mirabilis, Pseudomonas aeruginosa , Enterococcus faecalis, Staphylococcus aureus.

La sindrome dolorosa pelvica rappresenta il 70% di tutte le prostatiti croniche e comprende pazienti sintomatici nei quali non si è isolato nessun ceppo batterico.

 

Regimi terapeutici per la prostatite

Malgrado la frequenza con la quale viene posta una diagnosi di prostatite non esistono regimi terapeutici di provata efficacia. Ciò è dovuto essenzialmente alla difficoltà di inquadramento ezio-patogenetico, alla presenza a livello prostatico di una membrana basale/strato epiteliale difficilmente permeabile ai farmaci e alla difficoltà a eradicare la componente psicosomatica.

L'uso dei fitoterapici - come Uva Ursina (Arctostaphylos uva-ursi L.), Artiglio del Diavolo (Harpagophytum procumbens DC, radix), Boswellia (Boswellia Roxb., gummi-resina), Salice bianco (Salix alba L., cortex), Bromelina microincapsulata - può essere utile per integrare la terapia principale (in primis antibiotici ed antinfiammatori), per il trattamento di richiamo oppure dove non sia indispensabile la terapia principale.

 

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