La questione delle disfunzioni sessuali in oncologia rimane un problema di forte impatto psicologico per la coppia.
Il tumore al seno, come del resto qualunque altro tumore ginecologico, è una ferita che intacca e altera la percezione che si ha di sé, della propria femminilità, dell’intimità e della vita sessuale e relazionale.
Confrontarsi con il tumore: le ripercussioni
Confrontarsi con il tumore e con gli interventi terapeutici ad esso associati (chirurgia e ricostruzione, chemioterapia, ormonoterapia) ha forti ripercussioni sull’immagine corporea, sulla salute mentale e sulla qualità della vita sessuale.
Nelle donne affette da cancro alla mammella nei mesi successivi al trattamento spesso si riscontrano problemi legati all’alterata percezione dell’immagine corporea e dell’attività sessuale.
Tra le donne oncologiche la maggior parte dei problemi legati all’immagine corporea sono associati alla mastectomia e alla possibilità di ricostruzione della mammella, alla perdita dei capelli causata dalla chemioterapia, all’aumento o alla perdita di peso, allo scarso benessere mentale (ansia, depressione), alla bassa autostima e alla sensazione di una difficoltà di comprensione con il partner.
Nello specifico per una donna è molto difficile gestire la menomazione risultante da un intervento alla mammella. Il seno rappresenta la femminilità in tutte le sue accezioni (materna, erotica, simbolica) e la sua mutilazione può generare un sentimento di crisi dell’identità, un senso di perdita irreparabile e di rabbia.
Ripercussioni sulla sessualità
Questa distorta percezione dell’immagine corporea unitamente ai trattamenti possono compromettere drammaticamente la sessualità della donna e della coppia, da un punto di vista sia biologico sia psicosessuale. La funzione sessuale può risultare seriamente danneggiata sul piano del desiderio, dell’eccitazione, della capacità orgasmica e della soddisfazione ad essa correlata. Le donne spesso presentano dispareunia, secchezza vaginale, tensione muscolare, riduzione del desiderio sessuale e disfunzione dell’orgasmo.
Dopo l’intervento chirurgico, molte donne riferiscono di provare sensazioni fisiche ridotte, o distorte, o spiacevoli. Una mastectomia totale, ad esempio, spesso comporta una sensibile diminuzione del piacere alla stimolazione al seno che unita alla vergogna di mostrare le cicatrici al proprio partner porta durante il rapporto ad evitare qualsiasi stimolazione di quella zona, riducendo la componente ricettiva del desiderio sessuale. Inoltre, preoccupazioni di carattere emotivo o psicologico possono reprimere il desiderio.
Tutti questi fattori influiscono sulla sfera del desiderio e quindi dell’eccitazione che può essere ulteriormente condizionata se il partner non riesce a rapportarsi in modo corretto alla malattia.
Inoltre, la menopausa iatrogena da chemioterapici o una menopausa naturale non trattabile con la terapia ormonale sostitutiva determinando una perdita di libido, secchezza vaginale e dispareunia può devastare il senso di femminilità e di erotismo della donna e compromettere questa reazione naturale del corpo femminile, rendendo più difficile e doloroso il rapporto.
Per ovviare al dolore durante l'atto sessuale, utili sono i lubrificanti che facilitano la penetrazione, le creme a base di acido ialuronico o a base di estrogeni (nel caso di un tumore ormonodipendente i prodotti a base di estrogeni possono essere controindicati) che stimolano l’irrorazione sanguigna della vagina, formano una sottile pellicola sulla mucosa e favoriscono un ambiente vaginale equilibrato.
Poiché, la paura del dolore innesca nella donna uno stato di allarme che da luogo ad uno spasmo difensivo del muscolo pubococcigeo che rende impossibile la penetrazione è necessario intervenire anche con tecniche di rilassamento, tecniche mansionali proprie della terapia sessuologica (Esercizi di Kegel, esplorazione dei genitali, ecc) e tecniche ipnotiche.
Infine, la chemioterapia aumenta significativamente la difficoltà nel raggiungere l’orgasmo. Va da se che il calo del desiderio, o addirittura la totale assenza di esso, uniti a una risposta negativa alla fase di eccitamento e poi di orgasmo e il deterioramento della propria immagine corporea, hanno grosse ripercussioni sulla vita sessuale.
Rippropriarsi della propria intimità: percorso di coppia
In questi casi la terapia di coppia consente ad entrambi i partner di ristabilire una vita sessuale attiva a partire dall’affrontare gli inevitabili cambiamenti inerenti la vita sessuale stessa.
La coppia deve riappropriarsi della propria intimità sia affettiva sia sessuale ad iniziare dal condividere quelle paure e insicurezze che li trattiene dal riprendere la loro attività sessuale.
Le motivazioni soggiacenti sono riconducibili al sentirsi poco desiderabile, alla paura di essere rifiutato o non accettato dal proprio partner per un corpo che porta i segni evidenti di un intervento, di poter procurare dolore al partner o di richiedergli delle prestazioni a cui non è interessato. Altre volte le ritrosie determinate da un impedimento fisico come la dispareunia o l’atrofia vulvovaginale possono essere facilmente scambiate per scarso interesse, rifiuto e insensibilità andando a minare il rapporto più stabile.
Tutto ciò rende difficile gestire il rapporto affettivo e sessuale con il partner che spesso, inconsapevole della reale serietà del problema, pensa che la compagna “esageri” o che non voglia avere rapporti sessuali.
Inoltre, vivere la sessualità come dovere, come paura di perdere il rapporto, come rottura dell’armonia fisica, finisce per determinare un cattivo tono dell’umore e una serie di resistenze, evitamenti della vicinanza e anche dell’affettività. Si nutrono sentimenti difficili come la rabbia, l’aggressività verbale, le esplosioni di conflitti, contrasti che nascono dalla sensazione di non essere capiti e amati.
Seppur prevale il bisogno di unione, ci sentiamo confusi e in bilico tra la voglia di restare e quella di andare!
Se manca una reciproca capacità di comunicare (e quasi sempre manca) e viene meno la negoziazione, inevitabilmente le prime incomprensioni, le prime delusioni, i primi conflitti, vanno ad accentuarsi fino a portare alla crisi.
In questa fase, l’intervento psico-sessuologico consente ad entrambi i membri della coppia di effettuare una scelta valoriale dell’altro basata sul godere di ciò che l’altro offre di positivo e sul valorizzare la relazione.
Dott.ssa Anna Carderi