Trauma sessuale militare

Esistono casi di molestie o violenze sessuali che si verificano in campo militare durante il servizio attivo.

Violenze che lasciano i segni del trauma sessuale militare.

I segni del trauma sessuale militare

Trauma sessuale militareLa paura, la vergogna, l’impotenza appresa, il rivivere costantemente lo stupro sotto forma di incubi o flashback o allucinazioni per mesi o anni lecitano problemi personali a lungo termine come abuso di droga ed alcol, condizione di senza tetto, suicidio, depressione, ansia, insonnia, disturbo post traumatico da stress, disturbi dell’adattamento e disturbi sessuali ed affettivi, ritiro ed isolamento. Frequenti sono gli atti di autolesionismo per placare l’ansia e riempire il vuoto. Perché il tagliarsi dà un senso di controllo, stimola le endorfine e da sollievo. È il tentativo di  riparare un corpo danneggiato

Questo il corollario che caratterizza il trauma sessuale militare.

Rientrano nel trauma sessuale militare tutti i casi di sesso coercitivo, stupro di gruppo, minacce, avance sessuali non gradite e sodomia perpetuato dai commilitoni.

 

Alcuni dati sconcertanti

L’incidenza della violenza sulle donne e sugli uomini da parte dei colleghi militari in America è alta.

I casi denunciati nel 2013 sono circa 5 mila.

Un dato sconcertante a cui si aggiunge lo sgomento se pensiamo che solo una minima parte di questi è finita in tribunale e che una ancor più infinitesimale (7%) parte si conclude con la condanna dell’aggressore.

Violenze sommerse

Ed è proprio l’impunità dell’aggressore che alimenta tutto un fenomeno di violenza sommersa. Perché il messaggio che passa è uno ed uno solo, ossia che denunciare è un grave errore!

Perché tanto i colpevoli non vengano puniti! Perché spesso non si è creduti! Perché si finisce solamente per danneggiare la propria reputazione e la propria carriera! Quindi .. meglio l’omertà!

Un trauma che oltre al corpo colpisce l’anima di chi lo subisce.

Un tradimento perpetuato proprio da chi dovrebbe guardarci le spalle e salvarci dal nemico.

Il compagno con cui lottiamo gomito a gomito, con cui dormiamo fianco a fianco, con cui mangiamo, a cui affidiamo la nostra vita invece si trasforma nel tuo peggior nemico, nel tuo aggressore. Una minaccia che diventa costante.

Una violenza motivata non dall’impulso sessuale, ma dal potere, dall’intimidazione e dal dominio. È il possedere totalmente l’altro assoggettandolo attraverso un intrusione, quella sessuale, che annulla la sua dignità, il suo essere uomo o donna, calpestando ogni suo diritto costituzionale. Perché essere stati stuprati soprattutto per un uomo è un’insopportabile umiliazione.

È la rivendicazione di un potere!

Un assalto che rende la vittima inerme. Non c’è fuga, non c’è denuncia.

Non ci si può ribellare perché si finisce solamente per peggiorare la propria situazione perché tanto dovrai continuare a lavorare a combattere col tuo compagno, e se denunci finisci per essere emarginato e boicottato da tutti e finisci solamente per minare la tua carriera.

Quindi spesso l’alternativa è l’accettazione sottomessa.

Dott.ssa Anna Carderi
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