Il prossimo 25 Novembre è la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Moltissime le iniziative promosse anche in Italia. Noi - grazie al contributo della dott.ssa Anna Carderi, sessuologa e psicoterapeuta - vogliamo celebrarla cercando di capire chi sono questi uomini maltrattanti.
Più del cancro o di qualsiasi malattia la violenza di genere è la prima causa di decesso tra le donne di etá compresa tra i 16 e i 44 anni.
Più del cancro o di qualsiasi malattia la violenza di genere è la prima causa di decesso tra le donne di etá compresa tra i 16 e i 44 anni.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) denuncia che 1 donna su 3 è stata picchiata o abusata sessualmente e che 1 donna su 4 ha subito violenza durante la gravidanza.
In Italia ogni 4 giorni viene uccisa una donna per mano del partner o di un ex (eures – ansa 2006).
Il 31,9% delle donne tra i 16 e i 70 anni (6 milioni 743 mila) ha subito violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita.
Roberta, Isabella, Fabiana, Erika, Guerrina, Elena, Melania, Yara, Sarah, sono solo alcune delle ragazze, delle madri, delle mogli e delle donne innocenti vittime della violenza di chi le ha malsanamente e fatalmente amate.
Ma chi sono questi uomini maltrattanti?
Egocentrici ed alla continua ricerca del piacere ma emotivamente incapaci di empatizzare con l’altro. Incapaci a tenere a freno gli impulsi, in balia delle emozioni, delle passioni e del piacere che si prova nel sopraffare e tenere sotto scacco l’altro. Intolleranti alla frustrazione di non poter controllare, gestire e possedere la propria donna in modo totalitario.
Hanno difficoltà a gestire le proprie relazioni affettive.
Normalizzano, minimizzano e giustificano il comportamento violento adducendo la colpa al partner.
Nonostante l’incapacità a tenere a freno gli impulsi, il maltrattamento, la violenza o l’omicidio non è un raptus … non è l’espressione sintomatica di un disturbo psichico … è una scelta!
Solo in un caso su 20 si riscontra una malattia mentale.
Una scelta sostenuta e giustificata a livello sociale, economico, politico, psicologico e sessuale.
Dietro la violenza di genere si nasconde il limite di una cultura prettamente misogina basata su uno sbilanciamento dei poteri tra uomo e donna.
Le violenze sono spesso avvalorate da motivi culturali legati all’appartenenza a un gruppo etnico, razziale o religioso come è il caso delle mutilazioni genitali femminili o del femminicidio.
Diversi studi hanno inoltre riscontrato nei maltrattanti caratteristiche psicologiche più frequentemente di tipo narcisistico, psicopatico/antisociale e borderline.
Per ottenere una comprensione migliore del fenomeno e per contrastarlo più efficacemente, oltre alle motivazioni di ordine sociale, politico e psicologico va inserita quella di ordine più propriamente sessuale.
Il non riuscire a gestire una “mancanza” a livello sessuale, come ad esempio l’impotenza, unitamente all’incapacità di tollerare la frustrazione che ne deriva genera aggressività e può sfociare in comportamenti criminosi, dalla violenza all’omicidio.
In questa ottica e ai fini di una vera azione di prevenzione è necessario promuovere una cultura del rispetto e delle differenze tra uomo e donna. Oltremodo la prevenzione nasce dal dare seguito giuridico alle segnalazioni di stalking … che troppo spesso cadono nel vento.
Dott.ssa Anna Carderi