In questo articolo parliamo di prevenzione urologica e spieghiamo perchè è importante sottoporsi a controlli urologici, non solo dopo i 40 anni ma anche nei giovani, e quali sono i sintomi da non sottovalutare non solo per la salute della prostata.
Incidenza dei problemi urologici maschili
Le problematiche urologiche maschili (problemi alla prostata, disturbi sessuali, disturbi renali, disturbi urinari) sono molto diffuse. Dati raccolti da accreditate società di urologia mostrano che riguardano oltre il 51% della popolazione maschile compresa fra i 25 e i 75 anni.
Secondo la Società Italiana di Urologia 1 :
– il 53% dei maschi italiani ha problemi alla prostata (iperplasia prostatica benigna, prostatite oppure tumore della prostata);
– il 30% è affetto da disturbi sessuali (il 15,5% disfunzione erettile, il 7,5% eiaculazione precoce, il 7,6% calo della libido) e patologie testicolari;
– disturbi renali (6%) oppure urinari (5,4%);
– problemi di nicturia (24,7%), disuria (15,7%), senso di svuotamento incompleto (18%), urgenza minzionale (15%) e aumentata frequenza (17%).
I maschi italiani non hanno l'abitudine alla prevenzione urologica
Nonostante l'alta incidenza di queste patologie, solo il 10%-20% degli uomini si rivolge ad uno specialista urologo per una visita di prevenzione. La maggior parte degli uomini (9 su 10) si sottopone ad una visita dall'urologo solo in caso di patologie e disturbi, a differenza delle donne che hanno invece l'abitudine di rivolgersi allo specialista di riferimento fin da ragazzine.
Secondo gli esperti questo questo atteggiamento è legato all'imbarazzo di parlare anche con il medico di problematiche che spesso coinvolgono anche la sessualità.
Spesso è l’imbarazzo a frenare gli uomini dal parlare con uno specialista di problematiche che riguardano, tra le altre cose, anche la sfera sessuale.
Perché la prevenzione urologica è importante?
La prevenzione è il primo strumento per diagnosticare precocemente e trattare tempestivamente patologie urologiche benigne (calcolosi urinaria, iperplasia benigna della prostata e prostatiti, infertilità maschile e disfunzioni sessuali) ma anche patologie tumorali (della prostata, del rene, della vescica e del testicolo), che purtroppo insorgono spesso già dai 40 anni.
Quando bisognerebbe effettuare la prima visita dall’urologo?
Purtroppo è ancora diffusa l'idea che l'urologo sia lo specialista degli anziani o almeno il medico al quale rivolgersi solo dopo una certa età. In realtà, l'urologo segue l'uomo (ma anche la donna per tutte le patologie del tratto urinario) in tutte le fasi della vita, anche nei bambini!
Pertanto le visite periodiche di controllo e prevenzione andrebbero fatte già a partire dalla pubertà. Una volta i ragazzi si sottoponevano tutti alla prima visita con lo specialista urologo con la leva militare obbligatorio, e ciò permetteva di diagnosticare precocemente alcune patologie come ad esempio il varicocele (una delle principali cause di infertilità maschile)
In ogni caso, è a partire dai 40 anni che l’uomo dovrebbe iniziare a pensare alla prevenzione urologica e quindi a controlli periodici. E' un'età infatti in cui possono avere un esordio molte malattie tumorali (sia benigne che maligne):
- l’iperplasia prostatica benigna patologia non tumorale che comporta l’ingrossamento anomalo della prostata, colpisce il 5-10% degli uomini di 40 anni e fino all’80% degli uomini tra i 70 e gli 80 anni;
- la prostatite cioè l’infiammazione della prostata, riguarda uomini nella fascia di età compresa fra i 30 e i 50 anni, con una picco intorno ai 40 anni;
- i tumori del testicolo colpiscono sempre più spesso i quarantenni.
Oltre a queste patologie, sono sempre più diffuse anche problematiche della sfera sessuale come la Disfunzione erettile (DE), cioè l’incapacità di ottenere e/o mantenere un’erezione sufficiente a permettere un rapporto sessuale soddisfacente e l'Eiaculazione precoce (EP), ossia la difficoltà di controllare l'orgasmo.
In molti casi possono essere proprio il sintomo di una patologia della prostata. Per questo la visita dall'urologo aiuta a prevenire e a trattare nella maniera più adeguata anche difficoltà sessuali per le quali l'uomo fa particolarmente fatica a parlare con il medico ma che, con questo atteggiamento, possono mantenersi nel tempo e minare non solo la propria autostima ma anche il benessere della coppia.
Ogni quanto andrebbe effettuato un controllo urologico?
Dopo la prima visita, la frequenza dei successivi controlli dipende dalla situazione personale e va stabilita su indicazione dello specialista, che terrà conto:
- dello stato di salute del singolo paziente;
- della familiarità con malattie urologiche;
- dell'età.
Quali sono i sintomi che dovrebbero spingere un uomo ad andare dall'urologo?
Un uomo che non sia mai andato a visita urologica, dovrebbe chiedere un consulto specialistico nel caso avvertisse uno o più dei seguenti sintomi:
- disturbi urinari (impossibilità a urinare nonostante lo stimolo, minzione frequente, urgenza a urinare, dolore durante la minzione, dolore in regione pelvica e lombare);
- sangue nelle urine;
- difficoltà di erezione;
- difficoltà a controllare l'orgasmo;
- colica renale;
- incontinenza urinaria.
In cosa consiste la visita urologica?
Il primo step è quello dell'anamnesi: l'urologo raccoglie informazioni sullo stato di salute della persona e all’eventuale familiarità con malattie urologiche.
Segue l’esame obiettivo urologico attraverso l’osservazione dell'addome superiore e della parte bassa della schiena per individuare eventuali anomalie, ad esempio gonfiori.
Infine, per verificare la consistenza della prostata e la presenza di eventuali anomalie, viene eseguita l’esplorazione rettale (con introduzione nel retto da parte del medico del dito indice coperto da un guanto di lattice).
“La prevenzione è l'unico strumento per una diagnosi precoce di malattia. In ambito urologico questo principio vale per la diagnosi di patologie dell'apparato urinario maschile e femminile, e in ambito andrologico, delle patologie dell'apparato genitale maschile”.
1 Da una ricerca condotta dalla Società Italiana di Urologia, analizzando i dati della campagna di prevenzione “#Controllati 2016”, che ha coinvolto 81 centri urologici e circa 10 mila pazienti.